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BSA fa chiudere oltre 18.000 aste online

BSA (Business Software Alliance) ha triplicato le sue attività dal 2007, ottenendo la chiusura di 18.314 aste online in tutto il mondo finalizzate alla vendita di software pirata, per un valore complessivo di oltre 15 milioni di euro.

Questa iniziativa è contro le reti P2P e altri canali Internet.

Il gruppo ha anche pubblicato un rapporto dove illustra i rischi del software illegale. "L'anonimato associato all'acquisto sul Web porta a una diffusa quanto erronea convinzione che il furto di proprietà intellettuale sia un crimine senza vittime. [...] L'ignoranza non è una scusante, dunque anche le aziende devono controllare con attenzione che i programmi che acquistano siano autentici".

I rischi insisti nel download illegale vanno, secondo il rapporto, dalla perdita di dati all'infezione di virus.

Le aste online e le reti P2P, quindi, sono al centro del mirino della BSA, che nel 2008 ha inviato 48.000 notifiche relative a file BitTorrent utilizzati da 633.000 persone, per un valore stimato di circa 386 milioni di euro. Resta, secondo noi, un azzardo comparare una rete P2P e un sito di aste online.

BSA, che si avvale di un proprio software di rilevamento, è andata oltre le raccomandazioni, portando in tribunale la società RJ-Software, che aveva commercializzato copie di software non autorizzate..

Tags:BSA,illegale,p2p,reti p2p

Arrestato per aver violato una rete Wi-Fi, ma è innocente

Un sedicenne è stato arrestato con l'accusa di essere un pirata informatico, mentre aveva solo sbagliato rete. Secondo quanto riporta The Register, la polizia del Lincolnshire ha arrestato un sedicenne con l'accusa di aver forzato la connessione wi-fi del suo vicino di casa.

Il vicino di casa, avendo notato la sua connessione internet molto lenta, ha chiamato un amico per controllare se per caso c'era un guasto. L'amico aveva visto un IP estraneo nella configurazione del router, chiamato con lo stesso nome del ragazzo e aveva concluso che questi si era introdotto nella rete wireless prima forzando la crittografia e poi rendendo la rete libera a tutti.

Così, alle nove di sera dello scorso 5 ottobre, i poliziotti hanno arrestato il ragazzo, che è stato interrogato per molte ore e poi riportato a casa dal padre su cauzione, in attesa di ulteriori indagini.

Le indagini non sono mai avvenute: dopo dieci giorni una lettera nella cassetta della posta annunciava la caduta di ogni causa, la cancellazione della cauzione e la fine del caso, senza ulteriori spiegazioni.

Il ragazzo ha ammesso che potrebbe aver sbagliato nel cliccare sulla rete alla quale connettersi: nella sua zona ce ne sono 7, di cui ancora 2 non protette, come probabilmente era quella del vicino fino a prima dell'intervento della polizia.

Né avrebbe ragione di mentire: la rete wireless di casa sua è sempre stata in funzione e disponibile.

Difficile anche assimilare il sedicenne a un hacker in quanto non e' capace di cambiare neanche il nome del suo computer che è stato impostato dal padre.

E proprio il padre ha deciso di non lasciare cadere la vicenda, presentando una denuncia per arresto e detenzione illegale e richiedendo i documenti contenenti le testimonianze del vicino e dell'amico, in base alle quali la polizia ha ritenuto necessario intervenire subito anziché procedere prima a una verifica.

Fortinet sotto attacco dal nuovo ransomware SuperBlack che sfrutta le falle di bypass dell'autenticazione.  Mora_001 è il nuovo ransowar...